La Crescita è lo sviluppo delle condizioni e delle capacità utili a garantire la nostra presenza nell’ecosistema – e a tutela dell’ecosistema – nel tempo.
Il percorso di crescita reale può essere visto come un lavoro razionalmente pianificato, piuttosto che iscritto all’interno di meccanismi naturali predefiniti, teso all’avvicinamento, o al raggiungimento, di una condizione ritenuta soddisfacente capace di garantire continuità e benessere.
Per questo, serve la presenza di un mix ottimale di struttura corporea, fisica e intelligenza.
In altri termini, la crescita potrebbe essere vista come lo sviluppo delle capacità (strutturali e intellettive) che consentano ad ogni essere vivente di fare sempre la scelta più ragionevole, in ogni circostanza, e in un’ottica di sopravvivenza e continuità.
O, anche, come lo sviluppo delle capacità di scegliere e adottare, ovunque ci si trovi, le strategie più opportune per migliorare e allungare la propria vita.
In un mondo ideale, ovvero sostenibile, non dovrebbe però mancare un’integrazione al concetto appena espresso e che assume una crescente importanza di questi tempi, ovvero: “…senza che questo produca effetti negativi sulla vita degli altri e sull’ambiente circostante”.
Il rispetto per il prossimo può anche essere considerato un fattore inedito nella realtà attuale. Sul nostro Pianeta – sempre più affollato e sempre più esigente in termini di necessità oggettive delle persone – il concetto di crescita può, e dovrebbe essere anche sintetizzato come la capacità di sopravvivere, possibilmente meglio e più a lungo, tenendo ben presente un principio che assume una forte rilevanza, come mai prima d’ora, ovvero che un comportamento scorretto, da parte nostra, potrebbe un giorno divenire dannoso anche per noi.
La crescita, d’ora in avanti, dovrà essere intesa come la ricerca dell’importante equilibrio fra il giusto e doveroso stimolo evolutivo e il rafforzamento delle capacità utili a garantire stabilità e continuità, a tutti.
Crescere significa molto altro ai giorni nostri. È la capacità di dare un futuro al nostro futuro e, più ancora, a quello di chi verrà dopo di noi.
Crescere è l’impegno a superare le differenze, valorizzandole, imparando a cogliere e a mettere a frutto, in modo sinergico, ogni specifica prerogativa, ogni peculiarità e caratterizzazione.
Crescere è la voglia di apprendere da culture, etnie, colori della pelle, orientamenti sociali politici, sessuali e religiosi, uguali o diversi dai nostri. È il bisogno di fare gruppo, grazie alla consapevolezza che nessuno, da solo, potrà mai (più) fare niente.
La crescita per un’impresa, per spostarci in ambito economico, dovrebbe riguardare e contemplare lo sviluppo delle misure volte a dare maggiore continuità alla propria attività, limitando la corsa all’incremento compulsivo di volumi e fatturati che, il più delle volte, la rende instabile e la espone alle insidie dei mercati sempre più famelici e globali.
La crescita è la capacità di guardare avanti tutelando sé stessi, ma anche gli altri.
Crescere, è lo sforzo ad innovare, a migliorare e ad attualizzare i prodotti e i servizi alla clientela. È l’avvio di politiche di richiamo e fidelizzazione dei clienti. È la valorizzazione del lavoro e del know-how interno. È l’investimento in Capitale Umano.
Crescere, è l’investimento in Ricerca & Sviluppo verso produzioni, specialmente di energia, sempre più pulite ed ecocompatibili. È lo sviluppo di forti sinergie interne ed esterne alle imprese nel disegno di reti produttive grandi e proficue. È la voglia di fare squadra senza barriere e senza paura di condividere il proprio sapere.
La vera crescita dovrebbe essere vista, e perseguita, come la capacità di sviluppare radici profonde e forti in grado di sostenerci in modo adeguato, per più tempo possibile, permettendoci di resistere alle avversità (del lavoro e della vita), aiutandoci a vivere meglio grazie alla conquista di una stabilità che, oggi, rischia di divenire sempre più effimera. Stabilità non solo individuale poiché la globalizzazione ha creato una sorta di catena infinita – che costituisce e caratterizza i sistemi produttivi – ed è composta dalla moltitudine di imprese sempre più interconnesse fra loro, che impongono una visione d’insieme e la volontà di lavorare alla tenuta di quello mi piace definire un immenso network produttivo.
La crescita di un’impresa non è più la sola capacità di fronteggiare i mercati in continuo mutamento, di consolidare il portafoglio clienti, di dare continuità e sicurezza ai dipendenti, agli investitori, ai fornitori, ai clienti, senza che questo sia seguito da una piena consapevolezza (che dovrà stimolare adeguati e conseguenti comportamenti) che niente può più funzionare se appartiene a un contesto generale che non funziona.
Partendo dunque dall’assunto che la crescita è la capacità di migliorare e consolidare la propria presenza nel tempo, le imprese, quelle italiane in particolare, dovranno orientarsi verso produzioni più intelligenti e sostenibili, ma anche verso atteggiamenti improntati a un’etica che dovrà garantire la stabilità di tutto l’ecosistema produttivo ed economico nazionale.
Tutela e rispetto delle imprese, dunque, specie da parte dei grandi operatori che potranno fare dell’etica una straordinaria e inedita strategia di business per richiamare e fidelizzare una clientela che saprà riconoscere i meriti di chi s’impegnerà nel rispetto e, soprattutto, nella tutela dei nuovi sistemi produttivi.