Globalizzazione nemica della Sostenibilità

La globalizzazione, fenomeno sempre più inarrestabile, punta nella direzione opposta rispetto agli obiettivi di sostenibilità perché sta orientando al consumismo miliardi di persone (innalzando le aspettative di benessere di ogni individuo), ostentando alla popolazione dei paesi emergenti, in via di sviluppo, o quelli soggiogati per decenni da forti restrizioni economico-politiche, gli aspetti più allettanti dello stile di vita occidentale.
Un prospettato assestamento del livello di benessere, sacrosanto e doveroso, se inteso con obiettività ed escludendo – com’è ovvio – che su questo Pianeta possano esistere cittadini di serie A e di serie B.
Ma questo processo, una volta a compimento, provocherà un ulteriore rialzo dei fabbisogni globali con effetti sulla Biosfera che potrebbero esserci fatali.

Quando un nuovo esercito di individui si trasformerà in nuovi assetati consumatori il colpo di grazia sarà inferto e il countdown verso il collasso potrebbe ricevere un’ulteriore spinta.

Tra l’altro è improbabile che in una fase in cui si prevedono ulteriori incrementi produttivi la folta platea di imprese, allettata dal luccichio di possibili enormi guadagni, decida di calmierare la produzione in favore della tutela ambientale.
È dunque triste costatarlo ma quella della sostenibilità è una battaglia che si prospetta durissima poiché richiede un sostanziale smantellamento, o una forte rivisitazione, dei molti paradigmi economici, sociali e culturali, su cui si fonda la nostra intera società moderna.

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